sabato 9 aprile 2011

MARIO DESIATI




Cenni biografici:Dopo aver vissuto a Martina Franca si è trasferito a Roma, dove è stato caporedattore della rivista Nuovi Argomenti ed editor junior della Mondadori. Dal 2008 si occupa della direzione editoriale di Fandango Libri. Ha scritto e pubblicato poesie, antologie, saggi e romanzi. Collabora con La Repubblica.


«Il paese delle spose infelici», pubblicato dalla casa editrice Mondadori.

In un paese immobile nella luce mediterranea che ne bagna le mura, circondato e solcato dalle gravine dove si precipitano da sempre le spose infelici, cresce un gruppo di ragazzi segnati da altre infelicità. Sono legati per sempre. Prima dal sudore e dalle gambe massacrate sul campetto da calcio di Pezza Mammarella, dove vengono scarrozzati in un pullmino sfasciato e strapieno, e più tardi da una donna: Annalisa. È lei il centro magnetico della loro vita, la ragazza bionda che indossa anfibi, calze bianche e guanti anche in estate; lei il demone di cui si mormorano le cose peggiori e la "madonna randagia" capace di parlare con i matti o di salvare un'amica dal suicidio nel giorno delle nozze. La desiderano in molti e lei non li respinge. Ma chi la ama - come Francesco, detto "Veleno", il narratore che tenta di dare un ordine a questa storia - sa di non poter essere ricambiato mai. Il cuore misterioso di Annalisa sembra battere solo per il loro amico Zazà, un ragazzo carismatico ma "senza cattiveria", secondo il talent scout calcistico che ne troncherà implacabilmente il destino. Su tutti loro incombe l'ombra di una sconfitta o di una sorte che non è più quella ancestrale delle spose infelici, ma somiglia al profilo minaccioso del Siderurgico di Taranto, che con i suoi fumi avvelena anche la bella Martina Franca e con la sua offerta di lavoro risucchia, mastica e spesso ributta fuori, malati, i suoi abitanti. In questo suo terzo romanzo, con uno stile sensuale e stregato d''affascino', Mario Desiati ci porta nel cuore di una terra insieme magica e reale, dove la tragedia coesiste con la farsa e la poesia e dove da una piazza di paese semivuota è possibile assistere all'ascesa di un bizzarro personaggio a sindaco di Taranto e signore della televisione. Un mondo che pare localissimo e addirittura strapaesano e invece si svela prefigurazione o ritratto in miniatura dell'Italia intera. Il Bel Paese che la regina delle spose infelici, Annalisa, ha sempre sognato di poter esplorare in viaggio, ma di cui conserva solo una collezione di cartoline.

«Foto di classe. U uagnon se n'asciot» edito da Laterza editore."Ci eravamo rivisti dopo oltre dieci anni. Girava una foto di classe che alla fine della serata mi ritrovai in mano. Scorrevo i visi. Di quei venti ragazzi, erano rimasti sotto l'Ofanto soltanto in quattro. Decisi che avrei dovuto ricercarli tutti". "Qualcuno ha detto che la cosa che più gli manca nella nuova vita da fuorisede è un albero d'arancia del giardino. Non che manchino i giardini nelle grandi città italiane, ma a chi mi faceva notare come in piena Roma ci siano aranceti carichi di gemme rosse, portai una busta di arance raccolte a due passi da via Veneto. Non contenevano né polpa, né sugo. Puzzavano di città come le notti umide d'estate lungo il Tevere o il Naviglio Grande quando l'aria stagna. In quelle arance vuote ci sono le ragioni più intime di questo libro."


«Neppure quando è notte» (edito da Pequod).Il romanzo si apre su una Roma decadente di fine millennio, in pieno Giubileo. L'Italia, con la sinistra di governo, sta vivendo un momento storico particolare: all'apparente ripresa economica si contrappongono fenomeni allarmanti come la malavita, le "nuove povertà", le "vecchie" tossicodipendenze e, più in generale, lo sbandamento di una nuova generazione. Vivere alla giornata è l'imperativo che si è dato Franz Maria, la voce narrante e, quando arriva nella capitale da una cittadina della Puglia, non trova di meglio che farlo tra i reietti della stazione Tiburtina, circondato da un caleidoscopio di personaggi uniti in una sorta di "corte dei miracoli" underground di fine millennio.


«Vita precaria e amore eterno» (Ed. Mondadori). Il protagonista di questo libro ha quasi trent'anni ed è un precario in tutto tranne che nell'amore. I suoi sentimenti sono per Antonia Farnesi detta Toni. Per lei sarebbe disposto a qualunque cosa, anche a un crimine. Martin Bux è nato in Sicilia, a Castiglioni, un paese vicino alla base NATO di Sigonella, un luogo di miseria e di violenza, dove non c'è spazio per Martin e i suoi eccentrici genitori. La famiglia Bux emigra così a Roma, una Roma che rivela al giovane Martin i suoi volti molteplici. È una Roma contraddittoria, cinica, minacciosa, ma anche mozzafiato; una città di grandi ricchezze e grande povertà, come quella con cui la famiglia piccoloborghese dei Bux è costretta a fare i conti.





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